Anche quest’anno il genetliaco di Giuseppe Tartini, il più illustre piranese, festeggiato l’8 aprile, è stato particolarmente speciale e importante, perché è stato celebrato a Pirano, portando la sua voce in tutte le case del Paese grazie alla televisione, mentre l’apice dei festeggiamenti è stato raggiunto con il concerto serale della Venice Baroque Orchestra, con la quale si è esibita anche la virtuosa francese di radici armene, Chouchane Siranossian.
In occasione del 330° anniversario della nascita di Tartini il Museo Marittimo Sergej Mašera ha deciso di realizzare una pubblicazione alquanto insolita, portando al pubblico un rilevante documento storico conservato negli archivi cittadini, che, secondo la curatrice Duška Žitko, è importante almeno quanto il suo violino, se non di più. Si tratta di una trascrizione autentica di una lettera scritta da Giuseppe Tartini, allora già in età avanzata, alla sua allieva, l’appena quattordicenne Maddalena Laura Lombardini.
La raccolta di scritture epistolari di Tartini, considerata una delle più grandi del mondo musicale del 18. secolo, come ha sottolineato la Žitko, è stata pubblicata in due parti due anni fa come parte di un progetto per commemorare il 250° anniversario della sua morte. Con la nuova pubblicazione hanno voluto dare il giusto peso a una lettera conosciuta in tutto il mondo, che dà un’idea del modo di insegnare di Tartini.
A dimostrarne la sua importanza è anche il fatto che fu pubblicata per la prima volta nell’anno della morte del violinista nella rivista veneziana “L’Europa letteraria”, e che fu tradotta in inglese l’anno successivo, in francese nel 1773 e in tedesco nel 1784. Nel 20. secolo, la lettera attirò l’attenzione anche di un professore e violinista delle nostre parti, Slobodan Žmikić, e nel 1996 venne pubblicata in croato.
“Quando ho iniziato ad occuparmi dell’eredità di Tartini, mi sono resa conto che nonostante tutto il mondo conosca le traduzioni della nostra lettera piranese, noi non abbiamo ancora la fortuna di avere una traduzione in sloveno, così abbiamo deciso di pubblicarla”, ha affermato Duška Žitko.
La traduzione slovena è opera del noto traduttore Ravel Kodrič, cugino di Črtomir Šiškovič, che da anni promuove la musica di Tartini. Secondo quanto ha affermato la curatrice, la missiva è interamente dedicata a una lezione didattica rivolta a un’allieva del Maestro.
Tartini aprì la sua scuola a Padova e vi insegnò fino alla sua vecchiaia. Secondo il musicologo padovano Sergio Durante, in quattro decenni prese sotto la sua ala numerosi allievi – circa 150 secondo le sue stime – molti dei quali divennero violinisti e/o compositori celebri. Come testimoniano alcune delle lettere ancora conservate, gli allievi venivano per lo più su raccomandazione di aristocratici italiani e stranieri, e più raramente di propria iniziativa. Il rapporto di Tartini con i suoi allievi, come scrive Durante nel suo libro, si sviluppò spesso in amicizia o protezione paterna, come emerge anche dalla biografia di uno dei più famosi allievi del Maestro delle Nazioni, Johann Gottlieb Naumann, che, dopo aver studiato a Padova, iniziò una carriera di successo come cantante d’opera. Dalla corrispondenza intercorsa con i suoi allievi è possibile notarare una premura nei loro confronti.
La lettera piranese fu la prima che inviò all’allieva che suonava il violino dall’età di otto anni e che già a quattordici mostrava un grande talento. Di famiglia benestante, Maddalena Laura Lombardini rimase orfana e finì in un convento veneziano, così Tartini le insegnò a distanza.
Per poter capire ciò che Tartini scrisse alla quattordicenne nei suoi ultimi anni di vita, dunque all’apice della sua conoscenza del mondo e soprattutto del violino, alla presentazione della pubblicazione “Giuseppe Tartini & Maddalena Laura Lombardini, The Letter/La lettera/Lettre/Der Brief” tenutasi a Casa Tartini, Duška Žitko ha dato lettura della lettera, mentre il professore e violinista Zdravko Pleše ha presentato le istruzioni in maniera pratica, al violino. Come ha spiegato, Tartini diede alla sua allieva istruzioni molto elementari per suonare.
“Non si tratta di spiegazioni su come migliorare la tecnica con supplementi come il trillo, i passaggi e vari abbellimenti, molto caratteristici per lui, a differenza di alcuni suoi contemporanei. Questa è la base pura di come avvicinarsi al violino, come iniziare”, ha precisato.
La lettera, sottotitolata “Lezioni di maneggio dell’arco”, fu scritta a Padova il 5 marzo 1760 ed è la prima della corrispondenza intercorsa tra loro due, ma l’unica conservata. Alla presentazione di questa novità editoriale, pubblicata in ben sei lingue, Duška Žitko ha parlato anche di Maddalena Laura Lombardini, che più tardi riuscì a raggiungere il suo insegnante e sviluppare ulteriormente la sua tecnica a Padova, per poi sposarsi con il violinista Ludovico Sirmen. Nonostante si esibissero insieme, lei ebbe molto più successo.
Come ha osservato Kristjan Knez della Comunità degli Italiani di Pirano, che ha ospitato la presentazione di questa importante pubblicazione, la lettera trascenderà gli ambienti professionali, raggiungendo tutti coloro che vogliono conoscere Tartini come insegnante.
Testo e foto: Nataša Fajon
Traduzione: Kris Dassena