Presto saranno due anni da quando quel giorno di marzo è stata dichiarata l’emergenza sanitaria e imposta la chiusura totale del paese. Non sappiamo ancora se ricorderemo quella data tornando alla vita quotidiana che conoscevamo prima dell’arrivo del famigerato virus o se dovremo continuare a portarci sempre dietro vari certificati che dovremo esibire ogni volta che varcheremo la soglia di qualche luogo. Sì, questa pandemia, che dura da troppo tempo, ha portato strane forme di interazione, e con esse dimentichiamo sempre più gli sguardi, i sorrisi, le strette di mano, per non parlare di altre forme di contatto umano che una volta davamo per scontate.
Dopo un anno di pausa forzata, quando sono ricominciate le regolari attività culturali e Casa Tartini si è nuovamente rianimata, anche la comunità italiana di Pirano si è accorta che la gente si è abituata alla mancanza di vita sociale. Alle buone vecchie attività, che si sono svolte con successo per anni, si è così aggiunta un’iniziativa nuova di zecca, che mira a rimettere in primo piano i contatti interpersonali.
Come ci ha spiegato Daniela Ipsa, promotrice degli incontri “La vita è un libro”, l’idea è nata durante una conversazione con Fulvia Zudič su come la pandemia ci ha fatto chiudere in noi stessi e su come abbiamo bisogno di avvicinarci di nuovo agli altri.
“Per molto tempo, forse troppo, ha regnato questa distanza forzata, così a settembre abbiamo deciso di provare ad invitare le persone a un incontro, al quale ne sarebbero seguiti altri ogni due settimane. L’obiettivo era quello di attirare non solo il pubblico in generale, ma soprattutto le persone di una certa età e coloro che erano soliti frequentare la nostra biblioteca, ma che da quando viviamo in questo stato di emergenza non possono più farlo, poiché i prestiti di libri vengono effettuati su prenotazione”, ha dichiarato.
I due incontri di prova si sono tenuti a settembre e hanno visto la partecipazione di diverse persone che frequentano regolarmente Casa Tartini e le attività della comunità. Ma, secondo la promotrice del progetto, la paura ha avuto la meglio su di loro di nuovo a novembre e le persone hanno preferito rimanere a casa. Anche il tempo poco favorevole non è stato di grande aiuto. Così, i rappresentanti del sodalizio hanno deciso di aspettare e continuare con gli appuntamenti l’anno prossimo, sperando che il 2022 porti finalmente il ritorno alla normalità pre-pandemica.
“Forse le giornate più calde invoglieranno la gente ad uscire, il tempo è decisamente un fattore importante, e potremo incontrarci fuori, all’aria aperta. Passare dagli eventi all’aperto a quelli al chiuso è molto più difficile che il contrario”, rileva Daniela Ipsa.
Il titolo degli incontri richiama sì ai libri, ma questi possono fare anche soltanto da spunto, un modo per entrare nel vivo, infatti, argomenti diversi sono più che benvenuti. Durante i primi due incontri, le signore hanno parlato delle loro abitudini di lettura, condividendo i loro autori e titoli preferiti, nonché spiegato in che momenti preferiscono prendere un libro in mano. Una sorta di chiacchierata sulla lettura che, secondo Daniela, può sfociare in altre tematiche. Proprio questo tipo di chiacchierate sono un ottimo strumento per conoscersi meglio. E se per caso si arriva ad avere una conversazione, quella vera, di cui tutti abbiamo bisogno, l’obiettivo è più che raggiunto.
“Negli ultimi tempi, e intendo dire da molto tempo non soltanto ora, la nostra comunicazione si svolge nel mondo digitale, e lì tutto è stato fortemente ridotto. Per non parlare del contatto personale che è praticamente sparito. Quello che manca sono quegli sguardi che spesso dicono più delle parole. Adesso possiamo vedere solamente delle linee che attraverso la mascherina accennano un possibile sorriso”, ha detto Daniela.
Da dove, allora, l’ispirazione per il nome di questo ciclo di incontri?
Daniela Ipsa ha spiegato: “Partendo dai libri e dai lettori, dall’odore che caratterizza le biblioteche, ho pensato di dare la possibilità alle persone di raccontarsi e raccontare la loro vita. Sono sicura che almeno una volta tutti abbiamo detto o sentito la famosa frase: ‘Eh, la tua vita è come un libro’.”
Testo: Nataša Fajon
Traduzione: Kris Dassena