Lui e lei, un amore che nasce, cresce e matura, e un mondo folle, dove i destini degli individui svaniscono in una sfocata sete di dominio. Ad accompagnarci attraverso la loro storia, profondamente segnata dalla seconda guerra mondiale e dal periodo postbellico e la sua irresoluta questione, sono stati Veronica Dariol e Alejandro Bonn, attori della compagnia teatrale triestina “Artifragili”, accompagnati da Elia Macri, i cui interventi al pianoforte arricchivano i passaggi tra un atto e l’altro.
Dall’altra parte, il pubblico, le cui espressioni facciali, dall’esaltazione iniziale nell’assistere alle divertenti avventure di due giovani colpiti dalle frecce di Cupido, fino alla fine dello spettacolo oscillavano tra paura e disperazione, tristezza e rassegnazione. La storia dei due innamorati, ambientata nella vicina Isola, ha toccato particolarmente coloro ai quali ha fatto rievocare ricordi del loro passato. Un passato simile a quello che si dispiegava davanti ai loro occhi.
Secondo Veronica Dariol, non se ne sono resi conto finché non sono entrati in scena.
“Per la prima volta, abbiamo presentato la storia a persone che la conoscono meglio di noi. È stata un’esperienza molto emozionante”, ha rilevato l’attrice.
Precedentemente erano stati ospitati solamente a Venezia, ma la loro performance a Piran è stata, come ha ammesso il suo co-protagonista, qualcosa di completamente diverso.
“Mentre osservavo il pubblico durante lo spettacolo, mi ha colpito il fatto che stavamo parlando di cose che avevano vissuto in prima persona o che erano state raccontate loro da genitori e nonni”, ha dichiarato Alejandro Bonn.
L’autore del testo, Davide Rossi, ha voluto mettere in luce questo capitolo oscuro della storia, dove il tempo, anche se sono passati diversi decenni da allora, non è ancora riuscito a sanare le ferite. Anzi, come ha detto Veronica Dariol, le ferite sono ancora aperte e fanno molto male.
La semplicità della storia e il peso degli eventi, che vanno dall’ascesa del fascismo in Italia e la seconda guerra mondiale fino alla sua fine e all’occupazione jugoslava, quando la maggior parte della popolazione italiana in Istria lasciò le proprie case, hanno creato una dinamica che ha almeno fatto vibrare le corde del cuore di ogni spettatore, se non lo ha trafitto.
Non si sa cosa sia successo a Giovanni e Barbara, ma sia Veronica che Alejandro hanno sottolineato che desidererebbero molto esibirsi anche a Isola, perché vorrebbero presentare questa storia nella città dove è ambientata. Sperano, inoltre, di poter portare questa rappresentazione che tratta un tema così importante pure in altre località istriane.
Lo spettacolo, intitolato “Storia dall’isola senza nome”, è stato portato in scena a Pirano grazie all’Unione degli Istriani di Trieste ed è stato rappresentato nella Sala delle Vedute di Casa Tartini domenica 13 marzo 2022.
Testo e foto: Nataša Fajon
Traduzione: Kris Dassena