Sabato 22 giugno 2024 in Casa Tartini è stata inaugurata la mostra JAŠA: REQUIEM opera d’arte multidisciplinare dell’artista Jaša Mrevlje Pollak che trascende i tradizionali confini artistici.
La mostra è un premio speciale Tartini 2023, conferito all’artista dalla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano, nell’ambito della 58esima edizione dell’Ex-Tempore Pirano.
Curatrice della mostra e visite guidate di Laura Rositani.
All’evento ha partecipato il gruppo in costume d’epoca Al tempo di Tartini.
Organizzatore: Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Pirano in collaborazione con la CI “Giuseppe Tartini”, le Gallerie Costiere di Pirano e il Teatro dei Burattini di Lubiana.
“Requiem” è l’improbabile incontro fuori dal tempo tra “Io, Sé e Anima”, l’evolversi del copione di un prima-durante-dopo per assaporare suoni e percepire silenzi in movimento di un divenire artistico. È la performance che ha trasformato Casa Tartini in un’esperienza sensoriale autoanalitica – percorso introspettivo di consapevolezza dell’elaborazione del lutto – trasposizione figurata di raffinate fusioni di soluzioni visive, architettoniche, burattinesche e poetico-musicali di Jaša Mrevlje-Pollak.
Riduttivo definirla mostra, “Requiem” è un viaggio nelle stanze psico-esistenziali di intercambiabili protagonisti a convegno in una terza dimensione. Vuoto di vita caratterizzato dal “tre” che si trasforma in singolare concetto inclusivo tra spazio e realtà circoscritti in ambienti preesistenti (conscio, subconscio e inconscio) danno modo di riflettere sul come trattenere i ricordi di una perdita prima dell’oblio perché arte, psicanalisi e musica ne incarnano la cura.
L’opera, premio speciale “Tartini 2023” nell’ambito della 58esima Ex-Tempore promossa dalle Gallerie costiere, come altre espressioni artistiche di Jaša, è parte integrante dell’allestimento “Requiem”. La menzione conferitagli dalla CI “Giuseppe Tartini” trasforma la sua sede in palcoscenico psicoanalitico dello spettatore invogliato a liberare i sensi in un crescendo di presenza-assenza nella sperimentazione che esce dagli schemi. Opera onirica, finestra su desideri reconditi e conflitti interiorizzati “Requiem” è caotico assembramento di situazioni parallele in divenire che animano sogni strutturali di stanze ed esistenze in eterna evoluzione contraddistinte dal ricorrente “tre”.
Tre i protagonisti burattini: il Padre (Gorazd V. Mrevlje, rinomato psichiatra, recentemente scomparso a cui l’opera è dedicata), l’Autore Jaša (ignaro direttore d’orchestra della sua stessa prestazione) e Giuseppe Tartini (celebre violinista e compositore piranese del XVIII° secolo la cui Sonata per violino in sol minore “Il trillo del Diavolo” strutturata in tre movimenti, è scaturita da un sogno già sviscerato dallo psicoanalista austriaco Sigmund Freud). Tre attori-primi, impersonificati da pupi creati su indicazione dell’artista da Meta Grgurevič del Teatro dei burattini di Lubiana, che si animano ritrovandosi a vivere in una realtà extratemporale e parallela in cui Jaša affronta e sfida l’idea dell’inesorabile fine nel contesto della terza dimensione del suono di Tartini (impercettibile risultato di armonico idillio, effetto d’interferenza fra due accordi perfettamente intonati che ne generano un terzo appena riconoscibile ma coeso).
Un insieme di narrazioni equidistanti, copioni riscritti a partiture di vita destinate a non incontrarsi mai ma, talmente ben delineate, che scivolano nella terza dimensione dell’impossibile palpabile e dell’accade qui e ora. Alloggiata nella maggior parte delle stanze di Casa Tartini, “Requiem” ne ingloba gli spazi espositivi assieme a capolavori murari preesistenti e l’artista, inserendo proprie opere vive – 3 le paia di scarpe: con forme lignee (anima dei burattini), vuote (la perdita) e trasposte a vasi (germogli di speranza nel domani) – muta l’elegia funeraria nel nome in ode alla vita che s’interroga sul posto nel cuore di chi non c’è più.
Quadri, sonorità, nuvole emotive e sculture in essere per Jaša; cravatte, mobili accatastati, la poltrona e libri per il Padre scomparso, suggestiva la scelta per il Compositore. Casa, clavicembalo, pianoforte e violino il creatore si è avvalso, per l’inaugurazione, dell’artista Mattias Gingliano che assieme ad altri sei componenti del gruppo in costume d’epoca “Al tempo di Tartini” hanno animato la sfarzosa cena dal musical-matematico rigore barocco, fulcro d’epoca. Figure quasi inanimate, dove Jaša ne riqualifica la destinazione ad “oggettistica pronta all’uso”.
Libere associazioni concettuali d’interventi artistico-visivi, sonor-musicali o semplicemente situazionali (altro tre), per il poliedrico creatore delineano un percorso attraverso una serie di istantanee respiranti. Starà al digiuno fruitore percepire questi scatti specifici del sito d’arte contemporanea come frammenti di storie idealmente pensati o continuità di un’unità complessamente compiuta inserita nel luogo, nello spazio e nel tempo (tre), che si articola lungo gli interposti vani architettonici prestati a varie percezioni interpretative. Tre gli imperativi in “Requiem”: elaborare, trascendere, elevarsi oltre l’altrove.
L’inclusivo evento è l’opera multidisciplinare del giovane lubianese classe 1978 asceso alla ribalta per la sua prolifica produzione di successi mondiali, post-canoni del classico prodotto artistico, che danno modo allo scaturire di reazioni soggettive di risultare percettibili a diversi livelli. Genio incessante di sfaccettature correntiste (evidenti le contaminazioni berlinesi dove opera e vive) Jaša è considerato uno dei più importanti artisti sloveni della sua generazione e lo dimostra la produzione work in progress “Requiem”.
L’evento unico concepito per eliminare barriere e confini artistici è nato dalla collaborazione interistituzionale tra la locale Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana, Gallerie Costiere di Pirano e il Teatro dei Burattini di Lubiana in cooperazione con la Comunità degli Italiani ”G. Tartini”. Il momento inaugurale è stato arricchito da collaboratori e compartecipanti al progetto: da Lovro Finžgar, Polona Kores e Martina Maurič Lazar, burattinai animatori del Teatro di Lubiana ai musicisti Kalu e Bowrain esecutori della performance solistica al pianoforte, da Bela Mrevlje alla curatrice Laura Rositani che ha sottolineato come “l’artista, con quest’opera, regali una nuova partitura e una sceneggiatura riscritta, conforme al moto perpetuo”.
“Requiem” dà modo di sperimentare in prima persona una full immersion in un mondo surreale dove l’importanza del vuoto, nel vissuto dell’ultima stanza buia e spoglia che raccoglie e metabolizza pensieri, elabora in silenzio reazioni scatenanti con – a distanza di pochi passi, dopo l’accettazione di sconvolgimenti emozionali – vista orizzonte. Una fievole luce che contrasta l’oblio emotivo “speranza viva” nel salice all’aperto di “Requiem”, in visione fino al prossimo 7 settembre.
Testo: Elena Bubola
Foto: Nataša Fajon