Giovedì 16 gennaio 2025 la Galleria civica di Pirano ha ospitato la presentazione della pubblicazione Raccontare Pirano / Pripovedovati o Pirano (Editore CAN Pirano, dicembre 2024) degli autori Daniela Paliaga Janković e Alberto Manzin.
L’evento è stato introdotto dai saluti istituzionali di Mara Ambrožič Verderber, direttrice delle Gallerie costiere di Pirano e da Andrea Bartole, presidente della CAN locale, alla presenza di Fulvia Zudič, presidente della CI Giuseppe Tartini, di Giovanni Coviello, Console Generale d’Italia a Capodistria, di Felice Ziza, deputato italiano al parlamento sloveno e di Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana. Moderatrice della serata, Manuela Rojec.
La storia di una città non è solo quella delle sue pietre antiche, dei suoi monumenti e delle sue mura, ma anche quella delle persone che la vivono ogni giorno, contribuendo a preservarne l’anima e a proiettarla nel domani. “Raccontare Pirano”, libro scritto a quattro mani da Daniela Paliaga Janković e Alberto Manzin, si rivolge proprio a queste, siano esse piranesi di lunga data, nuovi abitanti, visitatori o guide turistiche.
La presentazione del libro si è svolta il 16 gennaio presso la Galleria Civica di Pirano, in cui era allestita la mostra “Nostalgia” di Gani Llalloshi. L’evento, alla presenza degli autori e moderato dalla vicesindaca Manuela Rojec, ha visto la partecipazione di un vasto pubblico bilingue e di molte figure istituzionali, testimoniando l’importanza della pubblicazione per la comunità nazionale italiana e per tutta la cittadinanza.
Il volume, nato come progetto digitale sostenuto dall’Unione Italiana nel 2023, ha avuto un ampio seguito, tanto da giungere alla forma cartacea, edita dalla CAN di Pirano, in una versione che unisce italiano e in sloveno. “Raccontare Pirano”, non è una semplice guida turistica né un prontuario a cui attingere frettolosamente, è piuttosto un’opera che intende restituire profondità e complessità alla narrazione della città, intrecciando passato e presente in un mosaico di storie, immagini e dettagli poco noti. Con le sue 140 pagine e le 22 schede tematiche, il libro esplora le mura cittadine, i rioni, le porte urbane, i palazzi di Piazza Tartini, i piloni del duomo e perfino gli elementi architettonici più caratteristici come le finestre “col sburto” e le pagode. Tra le pagine si susseguono fonti storiche, fotografie di autori come Ubald Trnkoczy, Jaka Jeraša e Peter Litavsky, e aneddoti curiosi che fanno emergere una Pirano autentica, lontana dagli stereotipi turistici.
Durante la presentazione, Manzin ha sottolineato che la selezione dei contenuti è stata frutto di un attento lavoro di cernita: inizialmente erano previste quaranta schede, ma il numero è stato ridotto per privilegiare contenuti documentati e significativi. Il libro, frutto di studi, ricerche e confronti di punti di vista, vuole rendere omaggio e ridare dignità a una città che ha tanto sofferto. Si raccontano episodi dei periodi di grande prosperità economica durante le dominazioni veneziana e austriaca, sino al secondo dopoguerra e all’esodo. Pirano, hanno ricordato gli autori, ha perso più del 90% della sua popolazione in un breve lasso di tempo, la maggior parte della quale tra il 1954 e gli anni ’60, e con loro si è persa anche la memoria. In quel periodo il settore turistico ha preso il sopravvento come attività principale, concentrando la maggior parte delle risorse a Portorose. Nonostante il boom dagli anni Sessanta agli Ottanta, il turismo di massa si è poi esaurito, lasciando spazio solo alla necessità di trovare alternative sostenibili. Ora Pirano è una città bella, piena e caotica nelle giornate estive ma vuota e muta d’inverno. Scrivere la sua storia significa anche voler farla rivivere. La città, dal libro, emerge in tutta la sua ricchezza, non solo come destinazione turistica ma come luogo vivo, vissuto e da abitare.
Il dibattito sull’identità della città non si esaurisce nella celebrazione del suo passato, ma si proietta nel futuro: Paliaga Janković ha espresso il desiderio di una Pirano che torni ad essere popolata, con servizi, scuole, bambini in piazza, e infrastrutture capaci di sostenere una comunità attiva, contrastando il rischio di trasformarla in un museo a cielo aperto o in un’enclave di strutture ricettive. “Vedo una Pirano con diecimila abitanti, con tre cinema e un grande teatro, con cinque forni e 400 imbarcazioni” ha dichiarato Paliaga, ricordando il passato per immaginare un’alternativa in cui la città conservi la propria anima. Un sogno che richiama la necessità di politiche lungimiranti per bilanciare turismo e residenzialità, mantenendo viva la dimensione sociale e culturale della città. “Raccontare Pirano”si appella anche all’Amministrazione locale, ricordandole che il futuro della città dipende anche dalla capacità di conservarne la storia, l’identità e l’affetto di coloro che l’hanno scelta o ereditata come luogo di vita.
Testo: Mariangela Pizziolo
Foto di Omar Palakovič @Tyaomi – Production
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