Venerdì 7 marzo 2025 in Casa Tartini è stata inaugurata la mostra IN VOGA con le opere dei gruppi artistici della Comunità degli Italiani di Pirano. Al Teatro Tartini è seguito lo spettacolo Donne da mare, realizzato dai gruppi artistici della Comunità degli Italiani con la partecipazione di ospiti, per celebrare il 10° anniversario del gruppo Voga Veneta di Pirano.
Hanno introdotto l’evento i rispettivi presidenti, Fulvia Zudič della CI Giuseppe Tartini e Andrea Bartole della CAN di Pirano.
Organizzatore: Comunità autogestita della nazionalità italiana Pirano in collaborazione con la Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” Pirano. Patrocinio: Ministero per la cultura della RS per il tramite della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana, Comune di Pirano e Unione Italiana.
Nel bianco-rosso riconoscibile che stacca, gli angeli del focolare diventano fiere “Donne da mare”. Il manipolo in rosa delle rematrici in piedi della Voga Veneta Pirano, al prologo l’8 marzo 2015, è stato celebrato a tuttotondo dal sodalizio “Tartini”, dove opera in seno. Tra sede comunitaria in Casa e Teatro cittadino, tutti i gruppi che le affiancano in svariate attività hanno dato fondo alle proprie creatività nel contributo per un ringraziamento tra mostra e spettacolo, che ha attirato venerdì sera, è proprio il caso di dirlo, un’immensa alta marea di pubblico. Inno alla tenacia delle raggiunte 10.500 albe e tramonti nel silenzio di onde, l’oggi dozzina d’instancabili in allenamento è gentil sesso che non teme il mare ma lo domina! Elogiate nella sfida da tramandare, il loro è incarico “da amare” non solo nel X° anniversario dalla sua formazione o nel giorno che celebra la proscritta figura femminile. L’eterno divenire di storico coraggio, a sei secoli dagli albori, acclama queste donne quali autentiche “ambasciatrici d’acqua salato-salmastra”.
Mostra pittorica, d’acquerelli, ceramiche ma anche esibizioni corali e filodrammatiche, declamazioni poetiche, musicali e canore dal coro ai gruppi a corde, è sensoriale nel visivo di documentario e raccolte fotografiche in proiezione. Scatti e immagini che le hanno impresse tra sudore, sorrisi e lacrime di commozione. Con la partecipazione di illustri ospiti, la “GT” piranese ha voluto presentate in opere e voci gli attimi rubati immortalandole nel mentre che hanno colto nel cuore le viaggiatrici in piedi della piranese sorellanza di convinzione. Alla ricerca di antiche radici d’orizzonte veneziano, un’immersione ha avvolto il collettivo nel lascito vivo che attira e parifica dove l’iconica svasata asta di legno non ha mancato di far scendere qualche lacrima di gioia.
L’a largo di usi e costumi del commercio di sale ha dato vita alla vera crociata femminista di Pirano. Nell’ingegno di riformistica prospettiva dell’utilizzo di uno scalmo aperto (da cui deriva l’odierna forcola) che permette la libertà del pagaio nella navigabilità di canali e sotto costa è arrivata tutta la forza nella genealogia di un sopravvivere familiare che ha dato spessore, concreto ruolo, considerazione, dimensione sentimentale e interpretazione soggettiva del “femminile” ad una realtà vissuta e trasmessa con elegante orgoglio da questa iconica figura esaltata dalla presenza attiva delle dodici in presenza.
La tecnica che ha ritrovato le proprie origini a Pirano nella passione veneta è stata fulcro di spettacolo a seguito della mostra “In Voga”, esposta a Casa Tartini fino al 28 marzo. Nella promozione CAN e sodalizio, col patrocinio di vari enti, a Teatro un sunto della vasta ricerca storico-teorica di Amalia Petronio, ideologica mamma di un progetto embrionale volto a ridar vita ad un sogno dopo anni e appuntamenti di marinare proposte. Lei che per prima s’interessò alla tradizione scomparsa della remata al femminile nel golfo piranese, si fece promotrice d’un ambizioso obiettivo cui, aperti gli occhi, Voga Veneta Pirano (VVP) ha dato corpo e decennale esistenza.
L’interesse di Ugo Pizzarelo e Luigi Divari ha fatto sì che il manipolo acquisisse non solo postura, movimento del remeggio ed equilibro ma anche manutenzione e cura del topo, nei naturali passaggi delle neo-adottive in conduzione e manutenzione. Ma per affondare le prime indipendenti pagaiate, le curiose audaci hanno atteso un dono.
La tipica imbarcazione del “topo a quattro remi”, preludio allo svezzamento marittimo, prezioso regalo di Giorgio Suppiej che ha permesso al gruppo di praticare un vanto d’innumerevoli successi a seguire. Il “Folega” (nome dal gruiforme di laguna), oltre ad essere il topo più colorato d’Italia vanta una chicca del maestro velaio Crisamar, l’Ago d’Oro anche delle vele dell’Amerigo Vespucci. Grazie alla collaborazione con le donne della Serenissima Giudecca, come Orietta e Luana ma anche Ester, sempre pronte a spronare le piranesi – presenti in serata assieme agli amici d’oltre sponda – la VVP ha potuto partecipare e vincere regate storiche di Venezia, locali o dalmate, traguardi ripercorsi nei suoni e visioni proiettate in serata.
L’inno letterario-scientifico nella cronistoria sulla voga della Petronio, è confronto d’autori e approfondimento di ricerca di qua e di là dell’Adriatico con denominatore comune la “donna e il mare” già sfociato in video nel giubileo dei 5 anni. L’importante lavoro ha messo a frutto sensibilizzazione per la distesa salata e per la funzione della voga in piedi nel recupero di tradizioni.
Voga Veneta sottolinea l’impresa odierna delle uniche in Slovenia ad aver ripristinato la leggenda veneziana nella cultura marinara di casa nostra. Pirano svetta navigando a vista nei meandri del concatenarsi di difficoltà esistenziali e lo fa, con il coraggio della dozzina rosa che ha accolto tutti col tipico saluto da veri “lupi di mare” dal remo alzato. Diverse tra loro, le rappresentanti di categoria nel target senza età, sono madri, mogli, nonne, zie, cugine, nipoti ma soprattutto amiche. Le rosa inconfondibili sono sapere respirante nella metafora della vita da decodificare nell’importanza d’una primaria di ruolo pur sempre “Donna”.
Il fascino di questa presa di posizione al femminile ha dato lustro a tradizioni nell’analisi critica d’intenti di chi, su quelle barche ancor oggi, ha riforgiato uno stile appannaggio di poche nel rapporto con l’incognita di onde. La “D” maiuscola che ha intrapreso con determinazione un’avventura spazio-mentale tradizionalmente preclusa, ha elevato secolari radici arricchendo di contorno la trascurata produzione odeporica femminile del viaggio. Predominante nell’illusorio “alla pari”, VVP è innegabile patrimonio. Inesauribile riscoperta faunistica, il femminile è orgoglio che porta nel mondo una necessità divenuta virtù che molti c’invidiano. Fierezza tutto l’anno, nel microcosmo che sfida tempo e intemperie con sinuose e sensuali emozioni di mare, regalo nel regalo, accanto alla mimosa CAN offerta dal presidente Andrea Bartole alle donne presenti, le in rosa hanno voluto omaggiare l’omologa tartiniana di ruolo Fulvia Zudič con l’autentico simbolo della voga. “Per una di Noi”, così in conclusione di spettacolo, nelle mani della presidente del sodalizio, il remo intagliato ad arte è stato conferito all’artistica “rossa” alla guida comunitaria con l’auspicio di vederla presto arricchire le fila “a bordo del topo piranese Folega”.
Testo: Elena Bubola
Foto: Omar Palakovič @Tyaomi – Production
[embed-google-photos-albumlink=”https://photos.app.goo.gl/ipWGAh5Y4n6d5tSQ8″]