Tomaso Luciani (1818-1894) fu, indubbiamente, una delle personalità più impegnate della sua epoca. Fu un protagonista attivo del risorgimento nazionale degli italiani dell’Istria e fu coinvolto nelle vicende che portarono all’unificazione dell’Italia. Sul piano degli studi fu un erudito che s’interessò ai più disparati problemi della penisola istriana, compresi tra la protostoria (questione dei castellieri) e la lunga l’età veneziana. Fu un indagatore attento delle fonti e alla loro edizione.
“Importante rimane il ruolo di Tomaso Luciani, archivista ai Frari di Venezia, che mette in luce la ricchezza dei fondi archivistici veneziani e pubblica numerose fonti per l’età medievale e moderna. In genere Venezia, con il suo archivio, si prospetterà come il fulcro per la nascente storiografia sull’Istria” (Egidio Ivetic).
Grazie al suo coinvolgimento diretto come funzionario all’Archivio di Stato di Venezia acquisì conoscenze specifiche relative alla conservazione della documentazione tramandata nel corso dei secoli, che diffuse in Istria, la cui disattenzione per le testimonianze scritte del passato (Pirano rappresentava un unicum) in molti casi aveva contribuito alla perdita della memoria storica.
Ebbe contatti con le maggiori personalità coinvolte sia nella sfera politica sia in quella culturale. Importanti sono i carteggi con Pietro Kandler, Carlo De Franceschi, Carlo Combi, Giuseppina Martinuzzi, Alberto Cavalletto, Prospero Antonini, Pietro Millevoi, Stefano Rota, per citarne alcuni.